L’imbroglio nel lenzuolo, non basta la Cucinotta a evitare un film sterile

cucinottaQuando arrivò nelle sale “L’imbroglio nel lenzuolo”, più di due mesi fa, il film girato sotto la regia di Alfonso Arau era atteso e si fece conoscere al pubblico soprattutto per le scene di nudo con protagonista la bella Maria Grazia Cucinotta, che passati i 40 anni, potendo contare su una forma fisica invidiabile, ha attirato le attenzioni del pubblico, soprattutto di quello maschile. Ma il desabie dell’attrice siciliana non basta di certo a ottenere il consenso di pubblico e critica, che si trova davanti a un pellicola sterile e incompiuta piena di luoghi comuni che rendono la pellicola banale e povera di interesse o spunti d’attrattività per la platea cinematografica. Su questo film la Cucinotta puntava tanto (come raccontava in un intervista a Vincenzo Mollica riproposta di seguito), anche perché oltre ad interpretarlo ne è stata anche la produttrice, ma la riproposizione del romanzo omonimo di Francesco Costa si è rivelata tanto leggera da risultare evanescente e senza capacità di lasciare traccia. L’ampio richiamo dei luoghi comuni, la regia inerme di Arau, l’interpretazione poco passionale e vigorosa di tutti i protagonisti, ai quali si aggiunge anche il flop di un grande delle fotografia come Vittorio Storaro sono solo elementi di contorno deludenti.

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La trama già di per sé risulta bislacca e scoordinata, in cui ogni attore del cast sembra far parte di un film diverso senza seguire un disegno coerente, e il risultato ovviamente non può che essere sconclusionato, per una pellicola che era stata pensata come favola edificante di una Sicilia antica e che invece si trova a fare i conti con giudizi negativi della critica tutt’altro che ingiustificati.





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